Gambi, radici e frutti del rabarbaro vantano un ampio impiego nella preparazione di cibi e nella cura di numerosi disturbi comuni, come ci tramanda una tradizione nata in Cina e diffusasi nel nostro paese dove la grande pianta vanta tanti estimatori.
Il frutto del rabarbaro è, innanzitutto, un naturale regolatore delle funzioni digestive, già impiegato dagli antichi romani che erano noti per i loro pasti luculliani.
Il rabarbaro è così utilizzato nella preparazione di digestivi, di tisane e di preparati che aiutano le persone sottoposte a diete dimagranti, favorendone il transito intestinale e riducendo il senso di appetito.

Gustose e benefiche sono le tisane di rabarbaro che aiutano la digestione ed in caso di problemi di stipsi se ne possono assumere dosi maggiori, senza però esagerare, dal momento che anche le piante e le erbe officinali hanno degli effetti collaterali in ragione dei quali vanno sempre consumate con giudizio.
Il rabarbaro in particolare se consumato in modo non appropriato può interferire con le funzioni fisiologiche dell'apparato digerente, oltre che del sistema circolatorio ed esecratore. In ragione del suo sapore forte, il rabarbaro è poi sconsigliato alle donne in stato di gravidanza e durante l'allattamento, in quanto il gusto rischia di riflettersi su quello del latte.
Particolare attenzione va anche prestata quando si consumano alcuni farmaci, tra i quali i diuretici e quelli prescritti in caso di aritmie cardiache, dal momento che il rabarbaro potrebbe interferire con essi.
Ricordiamo, inoltre, che al rabarbaro sono associate azioni antisettiche ed antibatteriche ed in Estremo Oriente la pianta è tradizionalmente impiegata come palliativo in caso di scottature, ferite e piaghe.